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subtilitasque earum, tamquam parum utilis, derelicta est60, e prosiegue recandone un saggio tratto da certi suoi libri Gramaticali. Con questa maniera di scrivere enigmatica e oscura non è maraviglia, che tanto più dotti venissero riputati gli scritti di Nigidio, quanto meno erano intesi. Innoltre Nigidio fu superstizioso coltivatore dell’Astrologia Giudiciaria. Il Bruckero rigetta come favolosi racconti que’, che si spacciano intorno alle cose da lui con tal arte predette61. E sono anch’io ben lungi dal credere, che alcuna cosa ei potesse raccogliere dalle stelle a predire le umane vicende. Ma che nondimeno ei si prendesse l’inutil pena di consultarle, e credesse di poter con tal mezzo conoscere le cose avvenire, parmi che non si possa rivocare in dubbio. Le cose che Dione62, Svetonio63 , Apulejo64, e Lucano65 narrano essere state da lui predette, benché io le creda false, bastano nondimeno a farci conoscere la fama di valente Astrologo, ch’egli si era acquistata; e parmi, che l’oscurità stessa, che Gellio gli attribuisce, e l’esame delle cose più occulte della natura, di che lodalo Cicerone, confermi questo mio pensiero, che è ancora del Bayle, il quale lungamente ne tratta66. E a ciò dee ascriversi quel che narra Dione67, ch’egli fu da alcuni creduto versato nelle Arti Magiche. In fatti a questi tempi, in cui non erano ancora i Romani nello studio della Fisica e della buona Astronomia molto innoltrati, era assai facile ad avvenire, che uno, il qual si vantava di leggere, per così dir, nelle stelle, e che con oscuri enigmi, di cui probabilmente non intendeva egli pure il senso, prediceva le cose avvenire, salisse perciò a grandissima stima. In fatti delle altre superstizioni ancora era Nigidio grande ricercatore; e ne abbiamo in pruova i titoli di molti libri da 184 lui scritti de animalibus, de extis, de auguriis, de hominum naturalibus, e di altri somiglianti argomenti68. A me sembra, che queste ragioni abbastanza ci persuadano, che Nigidio era anzi un Astrologo superstizioso che