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ll’Alcionio, da lui trasformato in Algionus48, aggiugnendo di più un solenne errore, cioè che questi avea composto il suo libro dell’Esilio per consolare il Provveditor Cornaro esiliato da’ Veneziani per l’infelice successo della guerra contro de’ Turchi, cosa, di cui non v’ha indicio né nel libro dell’Alcionio, né presso Storico alcuno. Finalmente nella Vita intera di Luigi XI da lui stampata in Parigi l’anno 1689 (se pure non ve ne ha più antica edizione da me non veduta) tornò a ripetere la stessa fola intorno al Filelfo49; e poi soggiunse, ciò non esser ben certo, e da altri narrarsi tal cosa dell’Alcionio. Si può egli trovare Storico esatto e fedele e coerente a sé medesimo al par di questo? E nondimeno lo stesso sogno intorno al Filelfo è stato ripetuto ancora dall’Editore della Raccolta intitolata Menagiana50, benché poi nelle note siasi corretto l’errore, ripetendo ciò, che ne ha il Manuzio, senza punto esaminare il fatto. Eppure erasi già allora e dal Menckenio e dal le Clerc e dagli Autori degli Atti di Lipsia e da que’ del Giornale d’Italia posta in dubbio la verità di tal fatto. Un altro Autore Francese, il cui libro non ho potuto vedere, ma le cui parole citate son dal Fabricio51, cioè il Morlier ne’ suoi Saggi di Letteratura per la cognizione de’ libri stampati l’anno 1702, fortemente si scaglia contro coloro, che hanno asserito, che il Trattato de Gloria non è altro che quello dell’Osorio, cui un plagiario del XVI secolo pubblicò sotto il nome di questo Vescovo. Io temo però, che tutti i suoi colpi cadano a voto, perché non trovo Autore, che abbia ciò affermato. Ma è tempo di passare all’altro Autore Italiano, che di diverso delitto, ma di somigliante natura, viene accusato, cioè a Carlo Sigonio, di cui si dice, che sotto nome di Cicerone spacciasse un suo libro intitolato De Consolatione52 .

XVII.