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dere un lungo esame delle sue opere, conciliare tra loro varj passi, che sembrano interamente contrarj, distinguere i sentimenti proprj di Cicerone da quelli, ch’egli attribuisce ad altri, osservare le circostanze diverse, in cui egli ragiona, ed entrare in somma in una tale discussione, che troppo lungi ci condurrebbe, e potrebbe anche parere aliena dallo scopo di questa Storia. Ci basterà dunque lo stabilire alcuni generali principj, da’ quali si potrà facilmente conoscere, quali fossero i sinceri 177 suoi sentimenti. E primieramente avea Cicerone lette ed esaminate attentamente le opere e le opinioni de’ più illustri Filosofi, ed avea osservato, quanto essi fossero fra loro discordi; da altri asserirsi l’esistenza della Divinità, negarsi da altri; alcuni volere, che dopo morte l’anima sopravviva, altri che colla morte ogni cosa abbia fine; l’anima dagli uni dirsi corporea, incorporea dagli altri; e il reggimento del mondo da chi assegnarsi alla provvidenza degli Iddii, da chi al destino, da chi al caso; alla pruova di ogni sistema addursi ragioni, addursi autorità; ed ogni sentenza aver seguaci per sapere, ed anche talvolta per probità rinnomati. Noi veggiamo Cicerone dolersi spesso di questa sì grande contrarietà d’opinioni. Itaque cogimur, dice egli16 , dissensione sapientum, Dominum nostrum ignorare; e poco dopo... Qua de re igitur inter summos viros major dissensio?17 Qual maraviglia dunque, ch’egli si mostri spesso dubbioso e incerto, a qual sentenza rivolgersi! Aggiungasi inoltre, ch’egli uomo di perspicace ed acuto ingegno dovea conoscere chiaramente la fievolezza di quelle ragioni, che a pruova di molte loro opinioni da’ Filosofi si adducevano; e io penso certo, che in cuor suo ei si ridesse di que’ tanti e sì prodi Iddii, de’ quali per altro ragionando al popolo suole parlare con sì grande rispetto. E come poteva in fatti un uom saggio e ingegnoso persuadersi dell’esistenza di quegli Iddii, de’ quali sì bizzarre cose si raccontavano da coloro, che n’erano adoratori? Ma dall’altra parte, benché ei vedesse, quanto sciocca e ridicola fosse la superstizione del Gentilesimo, non avea luce bastante a scoprire il vero. I dogmi della Religion vera, parlando della sola Religion naturale,