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cun grande oggetto, che abbia presente, e il pubblico esercizio del Foro, in cui tutte le circostanze concorrevano a risvegliare idee grandi e magnifiche ne’ teneri animi de’ giovinetti!
XXIV. Queste son le ragioni, che dall’Autore del citato Dialogo si adducono a spiegare il dicadimento della Latina eloquenza. Si possono esse vedere più ampiamente distese nello stesso Dialogo, e presso l’Ab. le Moine, il quale nel libro da noi altre volte citato, trattando di questo punto medesimo, ne ha fatto un lungo estratto. Nondimeno, s’io debbo dire ciò che ne sento, a me pare, che queste ragioni non siano ancora bastevoli a spiegare un sì gran cambiamento, quale nell’Eloquenza accadde dopo la morte di Cicerone. E io ben intendo, come per le suddette ragioni dovesse indebolirsi, per così dire, e illanguidir l’Eloquenza; ma non intendo, come potesse ella condursi a quel cattivo gusto, a cui pur veggiamo, che fu allora condotta. Minore esser doveva il numero degli Oratori, né essi dovevan più esser compresi da quell’ardore e da quell’impegno, con cui dicevano a’ tempi della Repubblica; ma ciò non ostante giusto poteva essere il lor ragionare, sodo il discorso, chiaro, facile, ed elegante lo stile. Eppur sappiamo, che questi pregi medesimi cominciò allora a perdere l’Eloquenza; pregi, che pur non sembran dipendere dalle accennate ragioni. E di vero osserviamo ciò, che accade anche al presente. Ode tuttora l’Italia non men che la Francia molti Sacri Oratori, i cui ragionamenti si posson proporre a modello di perfetta eloquenza. E nondimeno niun de’ motivi, che concorrevano ad accendere l’entusiasmo de’ Romani Oratori, non può certo concorrere ad infiammare i nostri. Il desiderio solo di applauso non riputerassi, io credo, da alcuno valevole a compensare il difetto di tanti altri motivi. Lo spirito di Religione e di zelo è certamente più d’ogn’altro mezzo efficace ad accendere l’Oratore non meno che gli Uditori. Ma si può egli dir veramente, che i più religiosi e zelanti Predicatori siano sempre ancora gli Oratori più eloquenti? Che più? Le stesse o intrinseche o estrinseche circostanze, che posson ora concorrere a render perfetti i Sacri Oratori, eran certo le stesse anche nel passato secolo, eran le stesse nel secolo decimosesto. Eppur qual diversità tra gli Oratori di questa età, e quelli dell’età trapassate! Come dunque nelle medesime circostanze pur vi hanno sì diversi