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ate e ancora derise; vedeva, quali fossero i mezzi più opportuni a destar nell’animo degli Uditori o de’ Giudici que’ movimenti e quegli affetti, che più piacesse. Quindi ammaestrato da tale esperienza, e animato dall’esempio degli altri Oratori, facevasi egli pure in età ancor giovanile a trattar cause e a perorare da’ rostri. Grande ed arduo cimento, ma lusinghevole e dolce, a un giovane di vivace spirito e d’indole generosa! Trovarsi innanzi ad una moltitudine immensa, che benché non avesse in gran parte coltivate le scienze, provveduta nondimeno di ottimo senso, ed avvezza a decidere del merito degli Oratori, era disposta o ad innalzare co’ plausi, o a rigettare colle fischiate, chi la prima volta facevasi ad arringare. Qual ardore e qual fuoco dovea accendere negli animi giovanili un tal cimento! Sapevano essi, che l’eloquenza era una delle più certe e delle più onorevoli vie per giugnere alle più ragguardevoli cariche, e per raccogliere insieme non ordinarie ricchezze. Aveano sotto gli occhj gli esempj di tanti, che per questa via eransi renduti celebri per tal maniera, che giunti a’ più grandi onori, e divenuti gli arbitri, per così dire, del Senato e del Foro, nello stato di Cittadini privati uguagliavano l’autorità, la gloria, e le ricchezze ancora de’ più potenti Monarchi. Quale stimolo a usar di ogni sforzo per seguire le loro traccie! Aggiungansi i magnifici argomenti, de’ quali spesso aveano a trattar ragionando. Molte volte, è vero, eran cause private di Cittadinanza, di furti, di eredità. Ma quante volte aprivasi loro innanzi una carriera, la cui sola veduta risvegliava loro in cuore il più nobile e generoso coraggio! Prender la protezione di un’intera provincia, e sostenerla contro chi voleva recarle danno e rovina; combattere ed atterrare la prepotenza, l’ambizione, i rei disegni di qualche torbido Cittadino; persuadere o dissuadere l’approvazione di qualche legge; eccitare il popolo a desiderio o di guerra o di pace secondo il bisogno. Quindi gli affari della Repubblica divenivano in certa maniera affari proprj dell’Oratore, che li trattava; poiché egli ne avea tutto l’onore, se conduceagli a termine felicemente. Or una tale costituzione di cose, come dovea necessariamente produrre, e produsse di fatto partiti, impegni, discordie, e fazioni ancor sanguinose, così era opportunissima per animare coloro, che dalla natura sortito avessero ingegno pronto e