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a grande onor di Demostene, che egli è stato vinto da chi avea appreso a vincere da lui medesimo.
XVI. Troppo dovrei allontanarmi dal mio argomento, se tutti annoverar volessi, e rispondere a tutti quelli, che la loro Critica hanno esercitata contro di Cicerone. Fin da quando egli viveva, Bruto e Calvo, come Quintiliano afferma47, ne riprendevan lo stile, e singolarmente, come lo stesso Autore racconta48, dicevasi da alcuni, che troppo gonfio e ridondante e asiatico esso fosse; a’ quali si può vedere come saggiamente risponde questo giudizioso Scrittore. Al tempo d’Augusto principalmente contro di lui si rivolse, e infierì quasi, Asinio Pollione; il quale ogni arte adoperò per oscurarne la fama. Ma di lui e di questo suo odio contro di Cicerone avremo da favellare tra poco. Qui aggiugnerò solamente, che il figliuolo ancora di Asinio Polliuone, nominato Asinio Gallo, seguì in ciò gli esempj paterni, e un libro scrisse, per testimonianza di Plinio il giovane49, in cui paragonando suo Padre con Cicerone al primo avea data la preferenza. L’Imperador Claudio, che in mezzo a grandissimi vizj era nondimeno uom colto e amante della letteratura, prese egli stesso ad impugnar questo libro, e a fare l’Apologia di Cicerone50. Ebbevi ancora un Largio Licinio, che divolgò, al riferire di Gellio51, un libro contro di sì grande Oratore, coll’ingiurioso titolo di Ciceromastix. Ma la miglior risposta, che a questi ed altri somiglianti saccenti si possa fare, si è il riflettere collo stesso Gellio, che se persino, com’egli dice, contro gli Iddii si è scritto da alcuni, non è maraviglia, che i più grand’uomini stessi divengan talvolta il bersaglio di un’indegna e disdicevole maldicenza. Di Cicerone si parla ancora nell’antico Dialogo De Caussis Corruptæ Eloquentiæ, di cui tra poco avremo a parlare, ove un certo Apro biasima l’eloquenza di Cicerone, la quale poscia da altri è difesa e lodata. Il sentimento di Apro è stato esaminato ancora e confutato in una Dissertazione inserita nelle Memorie di Trevoux52. Non tratterrommi qui a favellare d’alcuni altri moderni, che di Cicerone hanno portato non