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di non aver mai veduto in altri, talché non era giorno, in cui o non si fosse esercitato nel Foro, o col domestico studio non si fosse coltivato; e spesso ambedue le cose faceva nel giorno stesso. Due cose all’eloquenza utilissime furon da lui prima di ogni altro introdotte, il dividere in certi punti la materia, di cui doveva trattare, e il farne alla fine un breve Epilogo. Colto, armonioso, eloquente nel favellare, ogni cosa comprendeva dapprima col suo pensiero; poscia ingegnosamente la divideva; e non eravi riflessione a provare il suo assunto, o a ribattere l’avversario opportuna, ch’egli ommettesse. La voce per ultimo anch’essa canora e dolce, e il movimento, il gesto, il portamento tutto più ancora, che a un Oratore sia necessario, artificioso e studiato.

VII. Tal è il carattere, che dell’eloquenza d’Ortensio ci ha lasciato Cicerone, il quale però io non so se abbia per avventura cercato di innalzar così maggiormente la vittoria, ch’egli avea sopra lui riportata. Egli, che essendo più giovane, vedeva ne’ suoi primi anni l’universale applauso, di cui Ortensio era onorato, confessa, che da un tale esempio si sentì vivamente sospinto a intraprendere la carriera medesima24. Ma al primo intraprenderla ch’egli fece, la gloria di Ortensio cominciò ad oscurarsi e a svanire. In due delle prime cause, cioè in quella a favor di Quinzio, e in quella contro di Verre, egli ebbe a suo avversario Ortensio, e in amendue lo vinse, e nella seconda singolarmente gli fu superiore di tanto, che il reo non volle pure aspettare l’esito del giudicio, ma andossene spontaneamente in esilio. Altre volte trovossi Ortensio a trattar le medesime cause con Cicerone, or sostenendo la stessa parte, or la contraria. Ma quel dominio, che Ortensio avea nel Foro, presto gli fu rapito da Cicerone. E questa forse fu la ragione, per cui, come narra lo stesso Tullio25, Ortensio, poiché ebbe ottenuto l’onore del Consolato l’anno 684, rimise molto dell’impegno e del fervore, con cui fin allora avea trattate le cause, e prese a vivere più ozioso e più tranquillo. E se pure talvolta tornava egli a salire su’ rostri, la sua eloquenza pareva che ogni giorno venisse meno.