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226 | Storia della Letteratura Italiana. |
elegante insieme e chiaro204, e ridevasi di coloro, che affettavano di imitare l’incolto, e, per così dire, affumicato parlare degli antichi Scrittori, e talvolta graziosamente su ciò scherzava coll’amico suo Mecenate, che di questo lezioso stile si dilettava assai. Anzi la Greca letteratura ancora studiosamente fu da lui coltivata205, e i Greci Autori e i Filosofi Greci furon da lui letti attentamente, e con piacere ascoltati. Or un uomo sì amante delle lettere come poteva egli non favorir coloro, che ne facevano professione? In fatti Svetonio ci assicura, ch’egli gli ingegni del suo secolo favoreggiò in ogni maniera; e che cortesemente e pazientemente era solito di ascoltare coloro, che innanzi a lui recitavano non versi e storie solamente ma orazioni ancora e dialogi206. E quindi aggiugne ciò, che dalla mentovata lettera di Orazio abbiam raccolto; cioè ch’egli però non voleva esser lodato se non dagli eccellenti Poeti, e che ordinava a’ Pretori, che non permettessero, che col sovente ripeterlo sul Teatro il suo nome venisse in certo modo avvilito.
LIV. Per ciò che appartiene a Mecenate, ad intendere quanto liberal Protettore egli fosse de’ Letterati e de’ Poeti singolarmente, basta il riflettere, che ne è rimasta a’ posteri tal memoria, che il proprio di lui nome è or divenuto nome comune a tutti quelli, che ne seguon l’esempio. Non è qui luogo di esaminarne la nascita, le azioni, gl’impieghi. Si posson su ciò vedere tutti gli antichi e moderni Scrittori della Storia Romana, e più particolarmente l’Abate Souchay nelle sue Ricerche sopra Mecenate207, e M. Richer nella Vita di Mecenate da lui pubblicata in Parigi l’anno 1746. 133 Questi Scrittori ci istruiscono abbastanza dell’antica e nobil famiglia, da cui egli usciva, discendente, come credevasi, da’ Re Etruschi, dell’unire, che in sé egli fece con raro esempio, l’uomo di guerra, combattendo con sommo valore nelle battaglie di Modena, di Azzio e di altre, e l’uomo di gabinetto, assistendo sempre al fianco di Augusto, di cui era confidente ed amico più che Ministro, consigliandolo saggiamente ne’ più pericolosi cimenti, e reprimendone ancor talvol
(1) Id. e, LXXXVT. (4) Mem. de TAcad. de* Infcr. T. (2) li e* LXXXIX. XIII. p. 81. (3) Ibid. Digitized by Google