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Storia della Letteratura Italiana. |
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anzi mi pare, che da essa più chiaramente ancor si
raccolga, quanto dovessero i Poeti ad Augusto. E’ vero, che Orazio ivi lo esorta ad accogliere
amorevolmente que’ Poeti, che amavan meglio di porre sotto l’occhio de’ leggitori le lor Poesie,
che di farle rappresentar sul Teatro, ed aggiugne, che in tal maniera avrebbe egli riempita di libri la
Biblioteca, che nel Tempio di Apolline aveva eretta, e che nuovo coraggio aggiunto avrebbe a’ Poeti:
Verum age, & his, qui se lectori credere malunt,
Quam spectatoris fastidia ferre superbi,
Curam redde brevem, si munus Apolline dignum
Vis complere libris, & vatibus addere calcar,
Ut studio majore petant Helicona virentem.
Ma da ciò, che siegue, è evidente, che Orazio vuol qui esortare Augusto a favorire non solo gli
eccellenti Poeti, come era in uso di fare, ma i mediocri ancora, perché maggior coraggio
prendessero a coltivare la Poesia. Dice egli in fatti, che i Poeti talvolta nuocciono a sé medesimi,
come allor quando, soggiugne favellando con Augusto, ti offeriamo un libro, mentre in altre cose tu
se’ occupato, o stanco dalle pubbliche cure; quando meniam lamenti, perché le poetiche nostre 132
fatiche non son pregiate abbastanza; quando ci lusinghiamo, che appena tu avrai saputo, che noi
facciam versi, fattici tosto venire a te, ci ricolmerai di ricchezze.
Multa quidem nobis facimus mala sæpe Poetæ,
(Ut vineta egomet cædam mea) quum tibi librum
Sollicito damus aut fesso...
Quum lamentamur non apparere labores
Nostros, & tenui deducta Poemata filo:
Quum speramus eo rem venturam, ut simul atque
Carmina rescieris nos fingere, commodus ultro
Accersas, & egere vetes, & scribere cogas.
Le quali parole, come chiaramente si vede, son rivolte soltanto a ferire l’importunità di coloro, che
pe’ loro versi, qualunque fossero, volevano essere sollevati subito da Augusto ad alto stato. La
quale importunità qui descritta da Orazio è un’altra pruova della protezion d’Augusto inverso i
Poeti; che importunati non sogliono essere se non que’ Sovrani, presso i quali si conosce per