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Parte III. Libro III. 223

Quindi, prosiegue Orazio, tanto era lo strepito, che facevasi nel Teatro, che appena si potevano udire e intendere i versi, e tutta l’attenzione dell’immenso popolo spettatore era rivolta all’ornamento e agli abiti degli Attori, i quali appena appariva in sulla scena, che battevasi palma a palma per plauso, prima ch’essi prendessero a favellare;

Nam quæ pervincere voces
Evaluere sonum, referunt quem nostra theatra?
Garganum mugire putes nemus, aut mare Tuscum:
Tanto cum strepitu ludi spectantur, & artes,
Divitiæque peregrinæ, quibus oblitus actor
Quum stetit in scena, concurrit dextera lævæ.
Dixit adhuc aliquid? Nil sane. Quid placet ergo?
Lana Tarentino violas imitata veneno.

Non è dunque a stupire, che sì corrotto essendo il gusto della maggior parte di quelli, che accorrevano al Teatro, pochi fossero i Poeti, che si studiassero a divenire perfetti scrittori di Teatrali componimenti, da’ quali non potevano sperare di aver gran plauso, e che da essi perciò più si avesse riguardo ad appagare gli occhi del curioso volgo ignorante, che a soddisfare al buon gusto di pochi saggi e giusti discernitori. Ciò che accade anche al presente ne’ Drammi per Musica, ci può giovare a conoscere ciò, che accader doveva a que’ tempi.

LII. Non così era delle Poesie di ogni altro genere. Queste si componevano dagli autori, come ne pareva lor meglio, senza che fosser costretti a servire al Teatro, si leggevano in private adunanze, dove soli uomini dotti aveano luogo, e il plauso che facevasi agli uni animava gli altri a seguirne l’esempio. Ma lo studio della Poesia fomentato era singolarmente dalla protezione e dal favore, di cui Augusto e Mecenate onoravano i Poeti. Il Conte Algarotti, allontanandosi dal comun sentimento, è d’opinione201, che Augusto né proteggesse né stimasse molto i Poeti, e che riguardasseli come uomini del tutto inutili allo Stato. Egli ha creduto di trovar le pruove del suo sentimento nell’Epistola stessa di Orazio, su cui ci siamo or or trattenuti. Ma io non vi veggo parola, che confermi il parere di questo colto Scrittore,

(1) Saggio fopra la Vita <T Orazio p. 437. Digitized by Google