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222 | Storia della Letteratura Italiana. |
Romani rimasta per lungo tempo rozza e imperfetta. Ma è più difficile trovar ragione, per cui anche nel più bel secolo della Romana Letteratura non giugnesse però ella a maggior perfezione. Era la Poesia salita a maggior gloria, che prima non fosse, e anche uomini d’illustre nascita e di famiglia Patrizia non isdegnavano di comporre Azioni da prodursi in Teatro. Onde venne egli dunque, che niuno o sì pochi fossero nella Teatral Poesia eccellenti? Io penso, che la vera ragione ci sia stata additata da Orazio in una sua lettera ad Augusto200. Egli dopo avere accennate alcune particolari ragioni, che sol convengono a que’ Poeti, che a prezzo componevano le Azioni Teatrali, un’altra più generale ne arreca e comune a tutti. Descrive egli l’infelice condizion de’ Poeti, che composte avendo Tragedie o Commedie facevanle rappresentar da’ Teatri; perciocché tra l’immenso popolo, che accorreva ad esserne spettatore, pochi eran quelli, che per amore di Poesia vi si conducessero; e molte volte accadeva, che di mezzo all’azione medesima stanchi e annojati de’ versi comandavano, ch’ella fosse interrotta, e che in vece si desser loro spettacoli di gladiatori e di fiere:
Sæpe etiam audacem fugat hoc terretque Poetam,
Quod numero plures, virtute & honore minores,
Indocti stolidique, & depugnare parati,
Si discordet eques, media inter carmina poscunt
Aut ursum aut pugiles, his nam plebecula gaudet.
Anzi, aggiugne Orazio, non la plebe soltanto, ma i Cavalieri medesimi, quando sono assisi al teatro, niun piacere mostrano per la Poesia, e tutto il lor desiderio si è di vedere in maestosa comparsa 131 fughe di fanti e di cavalli, e trionfi e cocchi e schiavi e spettacoli di tal natura, della vista de’ quali non si annojano mai:
Verum equitum quoque jam migravit ab aure voluptas.
Quatuor aut plures aulæa premuntur in horas,
Dum fugiunt equitum turmæ, peditumque catervæ;
Mox trahitur manibus Regum fortuna retortis,
Esseda festinant, pilenta, petorrita, naves,
Captivum portatur ebur, captiva Corinthus.
. Quinto Lib. II. ep* r. Digitized by Google