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Parte III. Libro III. | 207 |
gno di Augusto, non avrebbegli Ovidio rinfacciato in certa maniera sì spesso un tal delitto, né tante volte avrebbe ei ripetuto, che la sua disgrazia era stata l’aver veduta una colpa; che il suo esilio era nato dall’aver egli usato degli occhj, e somiglianti altre espressioni, colle quali sarebbe sembrato, ch’egli volesse rimproverare ad Augusto la sua infamia; il che non era certo buon mezzo ad ottenere, com’egli bramava, il suo ritorno. 124
XXXVII. Il Bayle dopo aver rigettate tutte le opinioni finora addotte, e dopo aver confessato sinceramente, che è assai difficile il trovare una probabil ragione dell’esilio di Ovidio, si fa nondimeno a proporre qualche sua conghiettura; e potrebb’essere per avventura, egli dice, che Ovidio avesse sorpreso Augusto, mentre in qualche segreta stanza piangeva sugli scoperti disordini della nipote, o mentre stava quistionando la nipote medesima per sapere de’ delitti, ond’era accusata, o mentre stava esaminando, o forse ancora ponendo alla tortura qualche confidente o qualche schiavo di Giulia per iscoprirne i reati; e che vedendosi sorpreso, e scoperti così da Ovidio i suoi disegni, sdegnatone il rilegasse. Ma converrebbe ben dire, che Augusto fosse oltre modo collerico e risentito, se per sì lieve cagione avesse fin nella Scizia rilegato l’infelice Poeta; né mai si fosse lasciato piegare da lagrime e da preghiere a richiamarlo. E innoltre l’oggetto veduto da Ovidio non sarebbe stato un delitto; eppure un delitto da lui veduto ci conviene ad ogni modo trovare, per cui fosse dannato all’esilio:
Inscia quod crimen viderunt lumina, plector.
Quindi anche l’opinione del Bayle non sembra abbastanza fondata, né una sufficiente ragione egli arreca di sì fiero sdegno di Augusto.
XXXVIII. A me pare, che una riflession diligente sull’indole di Augusto, sulla condotta da lui tenuta colla sua famiglia, e sulla Storia de’ tempi, di cui parliamo, ci possa aprire la via a scoprir qualche cosa, e a indagare per avventura la vera ragione dell’esilio di Ovidio. Abbiam già accennato, che Giulia la figliuola di Augusto era stata già da tredici anni innanzi rilegata dal Padre per le infami disonestà, di cui scopersela rea. Or è ad osservare, che Augusto fu sommamente afflitto e confuso dal disonore, che a lui e alla sua famiglia ne venne. Narra Sveto