Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/234


Parte III. Libro III. 195

Né con minor elogio parlan di lui Properzio107, Marziale108, ed altri antichi. Anzi un certo Partenio di Nicea, che a que’ tempi viveva in Roma, scritto avendo un libro in Greco su gli effetti d’amore, a lui dedicollo. Quattro libri di Elegie avea egli scritto in lode della sua Licoride; e più libri di Euforione avea dal Greco in Latin linguaggio recati. Il Poemetto intitolato Ciris, che in certe edizioni si aggiugne all’opere di Virgilio, a cui da alcuni è stato attribuito, da altri credesi esser veramente di Gallo. Di questo parere è il Fontanini, e presso lui si posson vedere le ragioni, che ne arreca109. Ciò che è certo si è, che le Elegie, che sono stampate col nome di Gallo, non sono suo lavoro. Fu Pomponio Gaurico, che al principio del XVI secolo le pubblicò; ma la frode fu tosto da alcuni Italiani scoperta; e comunemente si crede, che esse siano di un certo Massimiano Etrusco, che fiorì a’ tempi di Boezio, e di cui a suo tempo ragioneremo. Intorno a che veggasi il più volte citato Mons. Fontanini.

XXVIII. Degli altri poeti, che a questo tempo fiorirono, io non farò, che accennar brevemente i nomi e le cose più memorabili, che di essi sappiamo. E primieramente il dottissimo M. Terenzio Varrone, di cui poscia avremo a parlar lungamente, fu Poeta egli pure, e un gran numero singolarmente scrisse di satire miste di prosa e di versi a varj metri, che da Menippo Poeta Greco, il quale fu il primo a darne l’esempio, ebbero il nome di Menippee110. Non parlo qui di un altro Varrone detto Atacino, perché a ragione potrebbon di noi dolersi i Francesi, che dopo aver tolto loro Cornelio Gallo, questo ancora volessimo loro rapire, che per comun consenso degli antichi e moderni scrittori è detto Gallo di patria, cioè nato in Atace luogo della Gallia Narbonese. Giulio Cesare, che in mezzo al rumore dell’armi e al tumulto delle guerre civili seppe sì felicemente coltivare le scienze, fu buon Poeta; e un Poema fatto nel suo viaggio da Roma in Ispagna, e una sua Tragedia in età giovanile composta rammenta Svetonio111. Ma di questo grand’B b 2 uo<2) L. vili. ep. LXXI1L ( 3 ) la Jul. e. LVX (ì; Loc ut. cap. IL