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162 Storia della Letteratura Italiana.

Storia della Letteratura Italiana.

io ne accennerò, de' quali più cose chi ne abbia desiderio, potrà vedere presso il citato autore. Il gran Catone in primo luogo vuol qui ancora esser nominato; uomo veramente universale che alle altre scienze anche questa congiunse e ne fu peritissimo. Festo allega (ad. voc. "Mundus") alcuni comentarj da lui scritti sopra il Dritto civile. Furono ancora circa il medesimo tempo e M. Giunio Bruto e P. Muzio Scevola, Stato della giurisprudenza romana in quest'epoca. i quali, come dimostra il più volte citato avv. Terrasson, scrissero amendue su tale argomento, uno sette, l'altro dieci libri. La maggior gloria però di Muzio fu quella di avere avuto un figlio che tra' più illustri romani a ragione si annovera, cioè Q. Muzio Scevola. Ma di lui avremo a parlare nel libro seguente.

VI. Sarebbe qui luogo opportuno a dire ancora alcuna cosa sulle arti liberali della pittura, della scultura, dell'architettura, le quali a questo tempo medesimo cominciarono ad aver pregio in Roma. Ma come assai scarso argomento ci offrirebbero esse ora a parlarne, ciò che ad esse appartiene sarà da noi raccolto ed esposto seguitamente nell'epoca alla quale ora ci convien fare passaggio.

LIBRO TERZO

Letteratura de' Romani dalla distruzion di Cartagine fino alla morte di Augusto.

Chiunque prende a esaminare attentamente le vicende di Roma, non può non riflettere che la romana letteratura andò quasi a ugual passo avanzandosi coll'armi romane. Finchè queste si stettero angustamente rinchiuse tra' popoli confinanti, appena conobbesi in Roma letteratura di sorte alcuna. Non sì tosto cominciarono esse nel sesto Le arti liberali poco allor conosciute in Roma. secolo a rompere ogni riparo, ed insultare a' popoli ancor più lontani, si vider sorgere a un tempo stesso le scienze; e la poesia, l'eloquenza, la storia cominciarono ad avere qualche ornamento, come se esse ancora si rivestissero delle spoglie nemiche. Ciò sì è veduto nelle due epo(i) Ad voc. „ Mundus „