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140 Storia della Letteratura Italiana.

le Commedie de’ nostri Poeti prese e tradotte da quelle de’ Greci, di Menandro cioè, di Posidio, di Apollodoro, di Alessi, e di altri. Or quando noi le leggiamo, non ci dispiacciono esse già, che anzi ci sembrano con lepore e con eleganza composte. Ma se tu prendi a paragonarle cogli originali Greci, da cui furono tratte, e ogni cosa di seguito e diligentemente tra lor confronti, comincian le Latine pur troppo a cadere di pregio, e a svanire al paragone; così sono esse oscurate dalle Commedie Greche, cui invano cercarono di emulare. Ma quale crederem noi che fosse la vera ragione di sì grande diversità? Non certo la dissomiglianza degl’ingegni, o la diversa indole delle lingue. Perciocché se in altre cose poterono i Romani uguagliar presto, e superare ancora i Greci, perché nol poterono in questa ancora? Io penso, che tutta estrinseca fosse la ragione di tal mancanza, e quella appunto, che Cicerone ne reca, cioè che in poco onore furono per lungo tempo i Poeti, e che perciò, quanto meno erano essi pregiati, tanto minore si fu lo studio della Poesia; perciocché, soggiugne lo stesso Tullio, l’onore è quello, che alimenta le arti, e sempre dimenticate si giacciono quelle cose, che non riscuotono lode105. Noi veggiamo di fatto, che tutti i più antichi Poeti, e la più parte ancora di quegli, che venner dopo, de’ quali abbiamo finora parlato, furono e di vil nascita, e stranieri; e se Lelio e Scipione non si sdegnarono di unirsi a Terenzio per comporre Commedie, non vollero però giammai, che cosa alcuna apparisse sotto il lor nome. Così piaceva in Roma la Poesia, piacevano i Poeti, ed eravi ancora chi gli amava, e gli proteggeva; ma ciò non ostante non era in quell’onore l’arte di poetare, che convenuto sarebbe, perché i Romani con impegno prendessero a coltivarla; ed era anzi considerata come un piacevol trastullo, che dagli stranieri proccurar si dovesse a’ Romani lor vincitori, che come un pregevole ornamento, di cui ad essi ancor convenisse mostrarsi vaghi. E questa probabilmente fu ancor la ragione, per cui in questo secolo la Teatral Poesia, cioè la più dilettevole, maggiormente fu coltivata. Ma venne tempo, in cui a maggior onore, e quindi a perfezione maggiore salì quest’arte. Prima però di venire a questo,