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Parte III. Libro II. | 159 |
mo, condotto avea Ennio nell’Etolia. Ma forse non il
poetico ma il guerriero valore avea Catone onorato in Ennio, ovvero degni di onore riputava egli i
Poeti, ma al tempo di guerra meno opportuni. Sopra tutti però fu Ennio caro al famoso Scipione
Africano il Maggiore, di cui fu quasi in tutte le guerre indivisibil compagno. Fu Scipione uno de’
primi Eroi della Romana Repubblica, che alla gloria dell’armi quella ancor delle lettere felicemente
congiunse; ed Ennio fu uno de’ dotti uomini, cui egli anche in mezzo al rumore dell’armi godeva di
avere a’ fianchi. Quindi di lui disse Claudiano1 :
Hærebat doctus lateri, castrisque solebat
Omnibus in medias Ennius ire tubas. Un altro Scipione ancora soprannomato Nasica fu confidentissimo amico di Ennio, e ne è pruova lo scherzevole proverbiarsi che fecero a vicenda, al dire di Cicerone2, in occasion di una visita fattasi scambievolmente, in cui finsero amendue di non essere in casa. Il fatto è troppo noto per essere qui riferito distesamente. Molto fu egli inoltre onorato da Q. Fulvio figliuol del Console M. Fulvio, di cui poc’anzi si è detto, come ben si raccoglie da ciò, che narra Cicerone, cioè che egli, essendo secondo il costume del Padre amator delle lettere, dié la Cittadinanza a Q. Ennio, che col Padre di lui militato avea nell’Etolia. 3
XIII. Questa amicizia co’ più ragguardevoli Cavalieri Romani, a cui ebbe Ennio l’onor di arrivare, ci fa vedere, che uomo ancora egli era di amabili maniere e di onorati costumi. Infatti Gellio, recando un passo tratto dal libro settimo degli Annali da lui composti, in cui il carattere e le virtù descrive d’un uomo onesto, dice4, essere sentimento di alcuni, che sé stesso ei descrivesse, in que’ versi. Pare nondimeno, che amasse il soverchio bere. Tale certo cel dipinge Orazio, fors’anche per discolpar sé medesimo:
Ennius ipse pater numquam nisi potus ad arma
Prosiluit dicenda. 5
E questa fu probabilmente l’origine della podagra, a cui fu egli