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126 Storia della Letteratura Italiana.

a Nevio convenga. Ma somiglianti errori anche nelle Opere de’ più dotti uomini s’incontran talvolta.

X. A questi due Poeti fu contemporaneo Ennio. A qual anno ei nascesse, l’abbiam già veduto di sopra coll’autorità di Cicerone, cioè nell’anno di Roma 514. Morì, come lo stesso Tullio altrove afferma38, nel Consolato di Cepione e di Filippo in età d’anni settanta, e appunto furono questi Consoli l’anno 584. Fu egli nativo di Rudia in Calabria. Qual luogo precisamente sia questo, si è in questo secolo disputato assai39. A chi scrive la Storia della Letteratura Italiana poco importa il cercarne. Basta, ch’ei fosse Italiano, perché in quest’opera debba aver luogo. Non si sa, per qual ragione egli passasse all’Isola di Sardegna; ma vi fu certamente. Silio Italico cel rappresenta qual valoroso Capitano nella guerra, in cui T. Manlio soggiogò di nuovo quegl’Isolani, che contro la Repubblica eransi ribellati. Piacemi di qui riferire tutto il passo di questo Poeta, che alcune conghietture intorno alla vita di Ennio potrà somministrarci. Così dunque egli dice40 :

Ennius antiqua Messapi ab origine Regis
Miscebat primas acies, Latiæque superbum
Vitis adornabat dextram decus: hispida tellus
Miserunt Calabri: Rudiæ genuere vetustæ,
Nunc Rudiæ solo memorabile nomen alumno.
Is prima in pugna (Vates ut Thracius olim
Infestam bello quateret cum Cyzicus Argo
Spicula deposito Rhodopeia pectine torsit)
Spectandum se se non parva strage virorum
Fecerat; & dextræ gliscebat cædibus ardor.
Advolat, æternum sperans fore, pelleret Hostus
Si tantam labem, & perlibrat viribus hastam.
Risit nube sedens magni conanima cæpti,
Et telum procul in ventos demisit Apollo;
Ac super his: Nimium juvenis, nimiumque superba
Sperata hausisti. Sacer hic, ac magna Sororum
Aonidum Cura est, & dignus Apolline vates.