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124 | Storia della Letteratura Italiana. |
Il nome di barbaro dato quì a Nevio non è già nome di dispregio e d'insulto, ma come Plauto a somiglianza di tutti gli antichi Poeti Latini da’ Poeti Greci traeva gli argomenti delle sue Commedie, e Greci personaggi introduceva sulla scena, così faceagli ancor parlare all’usanza de’ Greci, presso i quali il non esser Greco era lo stesso che esser barbaro. Quelle parole os columnatum vuolsi verisimilmente dagli interpreti, che usate fossero da Plauto a spiegare un cotale atteggiamento di Nevio, allor quando stavasi pensieroso, cioè il sostenere, e far colonna, per così dire, del braccio e della mano al mento. I due Custodi spiegansi da Jacopo de l’Oeuvre31 e da alcuni altri interpreti per due cani, che star solessero sempre a’ fianchi di Nevio: ma più probabile sembra l’opinion del Vossio32, che disegnino i due sgherri, che stavano a custodia del Poeta prigione. Egli ne fu poi tratto, come si è veduto di sopra; ma s’egli è vero, che morisse l’anno 549, convien dire, che e breve fosse la prigionia, e poco tempo dopo esserne uscito di nuovo incorresse l’indegnazione de’ Grandi; perciocché nella Cronaca Eusebiana all’Olimpiade CXLIV, che corrisponde al suddetto anno, abbiamo, che Nevio morì in Utica cacciato da Roma per la fazione de’ Nobili, e singolarmente di Metello.
IX. Le Tragedie e le Commedie non furon le sole, che celebre a’ suoi tempi rendessero questo Poeta. La Storia Romana ancora fu da lui illustrata, perciocché scrisse in versi la prima guerra Cartaginese. Pare, che Ennio della gloria di Nevio fosse invidioso rivale; perciocché ne’ suoi Annali recando la ragione, per cui della prima Punica guerra non prendeva egli a parlare, dice:
Scripsere alii rem
Versibus, quos olim Fauni vatesque canebant,
Cum neque Musarum scopulos quisquam superarat,
Nec dicti studiosus erat.
Così egli la rozzezza dello stile rimprovera a Nevio, e il men armonico Metro da lui usato, perciocché non avea già egli scritto in versi Esametri, ma in certi più rozzi versi, che detti eran