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Terra Nera e collo Stato della Ruscia limitato ad oriente dal Tanai. Al nord della Russia, ricca di foreste, è la Pruscia, alla quale succedono, a mezzogiorno la Polonia e l’Hungaria, ad occidente l’Alemannia. Nel bacino superiore del Volga è la Bulgaria Maior, il più settentrionale di tutti i paesi che hanno città: tra il Tanai ed il Volga sono stanziati i Merdui (gli odierni Mordvini).

Ai 16 di settembre i viaggiatori lasciarono l’accampamento di Batu Khan, e sino alla vigilia della festa di Ognissanti si inoltrarono, nella direzione di oriente, attraverso le vaste steppe al nord del Mar Caspio e del lago di Aral, percorrendo giornalmente una distanza che il Rubruk calcola, con evidente esagerazione, uguale alla distanza da Parigi ad Orléans (100 chilometri in linea retta). Queste steppe erano, quasi dappertutto, uniformi e povere di vegetazione: solo lungo le rive dei pochi fiumi si notavano di quando in quando alcuni piccoli boschi. Il paese era abitato dai Kangle (Cangitti del Carpini?), popolo affine ai Cumani. A settentrione della grande steppa trovasi il paese dei Pascatur (Baschkiri) che appartiene al bacino superiore del fiume Jaic (Ural), e tocca, verso occidente alla Bulgaria maior, verso oriente al paese degli Illac.

Alla vigilia della festa di Ognissanti, i viaggiatori, abbandonata la direzione di oriente, si volsero a mezzogiorno, verso certe montagne che si mostravano lungi all’orizzonte. Al settimo giorno entrarono in un paese bene irrigato e fertile, chiuso a mezzodì da altissimi monti, donde sorgeva un gran fiume che percorreva tutto il paese per mezzo di canali di irrigazione (secundum quod volebant aquam ducere): questo fiume non si gettava in alcun mare, ma si perdeva nel terreno e si espandeva formando molte paludi. Nel medesimo paese era una città dei Saraceni, detta Kinchat, nella quale i viaggiatori entrarono nell’ottavo giorno. Il colonnello Yule così interpreta questa parte del viaggio: «Dopo un viaggio di sei settimane verso oriente, non però tanto direttamente verso est quanto egli si immaginava, e lasciando a destra il Caspio e l’Aral, si rivolse a mezzogiorno, circa lungo il meridiano 67° orientale (da