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Capitolo I.


Le invasioni barbariche ― La propagazione del Cristianesimo ― Ammiano Marcellino ― Macrobio ― Marciano Capella ― La geografia patristica ― La geografia esploratrice. Zemarco e Cosma Indopleuste.


1. Le invasioni barbariche. ― Nel crescere eccessivo della popolazione sta, secondo Niccolò Machiavelli, una delle cause principali delle migrazioni. «I popoli, egli dice sul principio delle Storie Fiorentine, i quali nelle parti settentrionali di là del fiume Reno e del Danubio abitano, sendo nati in regione generativa e sana, in tanta moltitudine spesse volte crescono, che parte di loro sono necessitati abbandonare i terreni patrii, e cercare nuovi paesi per abitare»1. Non è però necessario che l’aumento della popolazione assuma delle grandi proporzioni perchè ciò avvenga, imperocchè, mentre un popolo agricoltore e commerciante vive agiatamente in angusto spazio, vastissime contrade sono insufficienti alle orde pastorali2, e si può asserire in generale, che tanto maggiore è lo spazio necessario alla vita materiale, quanto minore è il grado di cultura dei popoli. La storia delle migrazioni ci avverte eziandio che, una volta cominciato il movimento di migrazione, tribù e nazioni intere persistono, per secoli, in una certa inquietezza che le conduce, alla minima scossa, ad abbandonare le loro nuove dimore3. Il fatto del quale ci informa Erodoto (IV, 24), che gli Sciti Nomadi, mentre abitavano l’Asia, essendo

  1. Lo stesso concetto era già stato espresso da Paolo Diacono, scrittore del secolo 8°, nell’opera De gestis Langobardorum, lib. I, cap. 1 e 2.
  2. Boccardo, Storia del Commercio, pag. 77.
  3. Ratzel, Antropogeographie, pag. 442 e 443.