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un atto del 1390, nel quale, descrivendosi un inventario di varii oggetti, si trova un martiloio, con una carta da navigare: «Inventarium in quo inter alia..... Martilogium..... Carta una pro navigando». Questa data del 1390 è finora la più antica tra tutte quelle dei documenti in cui sì abbia notizia di tale strumento1.

Delle altre nove carte dell’Atlante del Bianco, la prima rappresenta il Mar Nero; — la seconda l’Arcipelago, e la parte meridionale del Mediterraneo, e nella sezione, corrispondente, dell’Africa è scritto, entro un circolo colorato in giallo, Civitas Siene fons Nilus2); — la terza contiene il periplo d’Italia, le coste francesi, e la parte corrispondente dell’Africa, tagliata, da occidente ad oriente, dal Nilo, con un lago azzurro situato sotto il meridiano dell’isola di Sicilia, e colla leggenda: Hic est principalibus fluminis Nilli in partibus occidentalis; — la quinta offre, oltre all’Antilia in forma di grande isola rettangolare, molte altre terre insulari, tra cui, al nord, quella detta de la man Satanaxio, l’arcipelago delle Azore (isole corbo marinos, coriios de san Zorzi, de bentufla, di colombi, de Brasil, ecc.), Porto Santo, Madeira e le Canarie; — la quinta rappresenta le coste settentrionali della Spagna, le occidentali della Francia e della Fiandra, l’Inghilterra e l’Irlanda; — la sesta comprende la Dacia, il Mare Germanico, la Svezia, la costa S. O. della Norvegia coll’isola ttiles, e le isole più settentrionali di Stilanda, di Stokafixa3 e di Novercha; — la

  1. Canale, Op. cit., pag. 447.
  2. Il colore giallo dato alla città di Siene sembra alludere al famoso pozzo, nel cui fondo si rifletteva, una volta all’anno (cioè al solstizio d’estate), il disco del Sole, secondo quanto riferiscono Eratostene ed altri antichi scrittori.
  3. Si vuole che questo vocabolo sia usato invece di stockfish (stoccofisso) siccome chiamasi il baccalà nelle lingue settentrionali, e che qui si applichi a Terra Nuova dove se ne fa una grandissima pesca. È tuttavia da osservarsi che l’Islanda era in quei tempi notevole per le sue grandi pesche; e Niccolò Zeno osserva che le pescherie di quella contrada erano sufficienti a provvedere le Fiandre, l’Inghilterra, la Dani-