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Polo aveva già recato in Europa notizie di Madagascar e della deviazione, verso S. O., delle coste orientali d’Africa; che Ibn Batuta sì era avanzato, lungo la medesima distesa di coste, sino a Quiloa, e quivi aveva radunate non poche informazioni sui paesi più meridionali, tra cui quello dì Sofala; che, in fine, nei primi anni del secolo XIV, navigatori italiani erano pure giunti colà, come già sì è accennato a proposito della navigazione dei fratelli Vivaldi1.

Per la prima volta appaiono, nella medesima carta dell’Atlante Medìceo, gli arcipelaghi delle Azore, di Madeira e delle Canarie. È veramente mirabile la rappresentazione di queste ultime, tanto nella posizione loro quanto nella grandezza2. Nelle Azore, invece, sono errate sia l’orientazione — da settentrione a mezzodì — sia la distanza dalla costa portoghese, la quale uguaglia l’estensione della penisola iberica da oriente ad occidente, ed equivale pertanto ai due terzi della distanza vera3.

All’Atlante Mediceo segue, in ordine cronologico, la famosa carta dei fratelli Francesco e Marco Pizigani dì Venezia, la quale sì conserva nella Biblioteca Nazionale di Parma, e porta la data del 1367.

L’Africa non sì estende, lungo l’Atlantico, che sino al capo Bojador, designato col nome dì Caput finis Africae et terrene occidentalis. Numerose indicazioni si succedono dal Caput finis Gozole (Capo Nun) allo stretto dì Gibilterra. Ad occidente, si innalzano, bellamente disposte, le Canarie tra cui Lanrenza (Lanzarote), Loncio marin, Forteventura, l’Y, del Ninferno (Tenerifa), ecc. Al nord è la leggenda: Hic sunt fogo purgatario. Tre isole occupano il sito del gruppo di Madeira, cioè Capirizia, Canaria e quella designata col nome di Insule dicte Fortunate, sey isole ponentur (?) Sancti Brandani, e

  1. V. pag. 172.
  2. Per i nomi di queste isole, veggasi pag. 175, nella nota.
  3. V. pag. 175.