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più specialmente la riduzione della bussola ad essere uno strumento pratico dei naviganti, sia dovuta all’amalfitano Flavio Gioia che fioriva verso il 1300, e che fu celebrato nel XV secolo quale inventore della bussola, come anche si reputa in generale1.
E la cartografia marittima deve pure aver fatto, in quei tempi, rapidi progressi. Mancano tuttavia documenti che valgano a stabilire con sicurezza le date del suo risveglio e del suo susseguente perfezionamento. È pero probabile che poco dopo il mille i navigatori latini, e specialmente gli italiani, imparando dai Greci di Bisanzio l’arte di comporre e di usare le carte fondate sulle direzioni e sulle distanze, le abbiano a poco a poco migliorate. Ciò che sappiamo di certo è che nel secolo XIII erano in uso le carte navigatorie2. Guglielmo di Nangis, lo storico dell’ultima crociata di Luigi il Santo di Francia, racconta che, partita la squadra reale dal porto di Aiguesmortes il 1° luglio dell’anno 1270 per la rada di Cagliari, dove era il convegno generale della spedizione, venne colta nel golfo del Leone da una fiera tempesta; che nella sera del sesta giorno, tutti i marinai, stupiti di non aver raggiunto il luogo di convegno, domandarono ai piloti la sua situazione precisa, e che questi portarono al Re le loro carte per dimostrare che si trovavano nelle vicinanze del porto3. Già si è avvertito più sopra che Raimondo Lullo annoverava i quattro strumenti principali di cui si servivano i piloti, dicendo nella sua opera
- ↑ Uizielli, in Studi bibliografici e biografici sulla Storia della geografia in Italia, 1875, pagg. 290-291.
- ↑ Fiorini, Op. cit., pag. 647.
- ↑ D’Avezac, Aperçu historique sur la Rose des Vents, in Bollettino della Società geografica italiana, 1874, pag. 408.
e Aphron (il Nord e il Sud) che Vincenzo di Beauvais (secolo XIII) dà nel suo Speculum naturale, alle due estremità dell’ago calamitato, dimostrano, insieme con molti altri nomi tolti alla medesima lingua, e sotto i quali noi designiamo ancora le stelle, da quale lato e per quale strada quelle prime notizie giunsero ai paesi occidentali. V. Humboldt, Cosmos, vol. II, pag. 222.