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Delle moltissime carte circolari dei secoli XIV e XV sono specialmente degne di menzione il mappamondo dell’anno 1314, composto da Riccardo di Haldingham, e conservato nella chiesa di sant’Etelberto della città di Hereford; il mappamondo di Marino Sanudo dell’anno 1320; il planisfero di Andrea Bianco dell’anno 1436; i mappamondi vicentino e veneziano di Giovanni Leardo, i quali portano le date rispettive del 1448 e del 1452; il planisfero di Bartolomeo Pareto dell’anno 1455.

Il veneziano Marino Sanudo, viaggiatore instancabile, cartografo insigne, forse uomo di Stato, certamente precursore degli statistici e degli economisti d’oggidì, ricorda uno dei tratti caratteristici dell’indole veneziana, poichè la crociata che egli propone e predica in quel memorabile libro dei Secreta fidelium Crucis1, è una vera impresa politica o meglio politico-commerciale, il cui primo e forse solo vero obiettivo era demolire la potenza mercantile dell’Egitto, rivolgendo alla strada dell’Armenia, fin allora poco battuta, i traffici fra ponente e levante2.

Parecchie carte accompagnano il libro del Sanudo, tra cui il Planisfero circolare, col suo centro nella città di Gerusalemme, colla indicazione di 16 rombi di vento, tra cui l’Oriens nell’alto, l’Occidens nel basso, l’Auster a sinistra e l’Aquilo alla destra, e i quattro punti intermedi Grecus, Syxcus, Africus, Magister. Il Mediterraneo coi suoi diversi bacini secondari, i paesi ad esso adiacenti ed i litorali occidentali dell’Europa sono bene delineati, e dimostrano la superiorità di questo planisfero sugli altri di quei tempi3. Anche le parti interne sono meglio figurate che nei precedenti planisferi; così pure vi



  1. Il titolo del libro è il seguente: «Liber secretorum fidelum crucis, qui est tam pro conservatione fidelium, quam pro conversione et consumptione infidelium, quamquam etiam propter acquirendam et tenendam Terram Sanctam et alias nostras terras in bono statu pacifico et quieto».
  2. Marinelli, Venezia nella storia della geografia cartografica ed esploratrice, pag. 28-29.}}
  3. Fiorini, Le proiezioni delle carte geografiche, pag. 661.