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Ma, per quanto è della carta del La Cosa, non si potrebbe, con una certa probabilità, attribuire la denominazione di isole di Antonio non già ad Antonio Noli ma sibbene ad Antonio od Antoniotto Usodimare, compagno del Cadamosto nella sua navigazione del 1456? Per cui, senza estendermi nello esporre e nel discutere le ragioni, le une favorevoli, le altre contrarie alla priorità della scoperta delle isole del capo Verde per parte del Noli, mi pare che, malgrado gli argomenti addotti a sostegno del navigatore genovese da Pietro Amat di S. Filippo1, non si possano ancora accettare senza alcun riserbo, le conclusioni cui giunge il dotto critico e che si possono compendiare in ciò, che il Cadamosto non seppe nulla di quell’Arcipelago africano, e che invece la priorità della scoperta debbesi, senza esitazione, attribuire al Noli2.

67. Diogo Gomes (1456 o 1457-1462). — Di questo navigatore portoghese non fanno menzione gli storici che trattarono delle memorabili navigazioni del secolo XV: solo esiste una relazione in una raccolta di manoscritti, fatta tra il 1495 e il 1507 da Valentino Fernandez ed esistente in Monaco di Baviera, in cui Diogo Gomes racconta di due viaggi da lui fatti alla costa occidentale d’Africa, e nel secondo dei quali egli avrebbe scoperto, per primo, le isole del capo Verde. Riccardo Mayor attribuisce di fatti questo onore al navigatore portoghese, ma è validamente combattuto, nella sua tesi, dal francese Codine e da Pietro Amat di S. Filippo con ragionamenti tanto calzanti da togliere ogni dubbio sul fatto principale, che cioè, se realmente Diogo Gomes fece quei due viaggi, del che non sarebbe lecito dubitare, il secondo ebbe luogo nell’anno 1462, cioè sei anni dopo la navigazione del Cadamosto,

  1. Bollettino della Soc. geogr. ital., 1880, pag. 134 e seg.
  2. «Le tre navi girarono il Capo, e, a detta del Cadamosto, toccarono una delle isole del Capo Verde. Su di che feci le mie riserve spettando indubbiamente la scoperta di quelle isole ad Antonio Noli». Amat di San Filippo, Biografia dei viaggiatori italiani, pag. 147.