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licenza di andare a scoprire. Sedici giorni dopo la loro partenza da Lisbona, presero terra all’isola di Mayo (Maggio), alla quale imposero siffatto nome perchè vi giunsero in quel mese. Nel dì seguente, che era la festa dei santi Giacomo e Filippo, scoprirono due isole, che oggi portano appunto i predetti nomi»1. Un altro storico portoghese, Antonio Galvam, dice invece che i Noli avevano ottenuto da D. Enrico il permesso di scoprire (più da vicino) le isole del capo Verde, dal che si potrebbe trarre la conseguenza che l’Infante D. Enrico avesse notizia dell’esistenza di quelle isole, grazie alle scoperte anteriori del Cadamosto. Favorevoli alla scoperta del viaggiatore veneziano sono, oltre all’affermazione del Galvam, alcune indicazioni del celebre Mappamondo di Fra Mauro Camaldolese (morto nell’anno 1459, cioè tre anni prima della navigazione di Antonio Noli). 11 cardinal Zurla, nel suo dotto lavoro sulla insigne opera del cartografo veneziano dice: «Verso capo Verde giace un’isola, che, sebbene anonima, pure per quella di S. Jago, ossia la maggiore di quelle di capo Verde, si riconosce; molto più che presso la stessa altre minori si veggono, e come più di fresco marcate, con preparato sito di annotazione, non però eseguita, locchè combina coll’epoca dello scoprimento di tali isole, e prossime spiaggie, negli ultimi momenti della vita di Fra Mauro, che appena potè disegnarle»2.

Per altro lato la scoperta del Noli sarebbe confermata da che nelle carte nautiche di quel tempo le isole del capo Verde sono notate col nome di isole di Antonio. Così nella celebre carta del pilota Juan de la Cosa (anno 1500), e in un portolano antico ed anonimo che si conserva nella Biblioteca nazionale di Parigi, in cui si legge: «que (insule) invento sunt a quodam januense, cuius nomen erat Anthonius de Noli, a quo insule ipse denominate sunt et nomen adhuc retinent inventoris».

  1. Barros, De Asia, Dec. I, lib. I, cap. 13.
  2. Zurla, Il mappamondo di fra Mauro Camaldolese, pag. 63 e in altri luoghi, specialmente al numero 57, pag. 90, e al numero 124, pag. 142-143.