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detto Rafnfiord, si trovano alcune piccole isole abbondanti di acque termali. Senza alcun dubbio, dice qui Clemente Markham 1, si tratta delle sorgenti calde di Onartok, vicino alle quali si trovarono alcune rovine delle dimore degli antichi coloni: inoltre la posizione di Onartok coincide perfettamente col sito del monastero nella corografia di Ivan Bardsen. Riccardo Major, che si è molto occupato dei viaggi degli Zeno e della posizione delle antiche colonie scandinave o normanne sulle coste Groenlandesi, opina che il convento di Sant’Olao debbasi collocare sulle rive del golfo di Tassermiut, la cui posizione, del resto poco lontana da quella di Onartok, si confà meglio alla descrizione degli Zeno, essendovi colà un lago ed un alto monte. In riguardo di questa ultima circostanza si avverta che Antonio Zeno fu una seconda volta alla Groenlandia, dopo mortogli il fratello, e che in quella terra egli nomina un punto chiamato Trin, donde si vedeva di lontano un gran monte che gittava fumo e materie liquide e ardenti come pegola, che correvano al mare.
In una dissertazione letta all’Accademia delle Scienze di Stocolma nell’anno 1883, l’illustre Nordenskiöld così riassume le sue indagini intomo ai documenti cartografici più antichi, nei quali sono rappresentate le parti settentrionali dell’Europa e dell’America Nord-est.
1) La carta degli Zeno deve essere fondata sopra un’antica carta marittima del Nord costrutta prima del 1482, e probabilmente portata in Europa da Antonio Zeno. — 2) Non si conosce alcuna copia esatta dell’originale stesso, ma se ne conoscono però due, più o meno alterate, quella cioè dello Zeno giuniore stampata nel 1558 e nel 1561, e quella di Donis, stampata nel 1482. Sulla prima di queste due copie venne quasi esattamente conservata la distribuzione antica delle terre e del mare, ma per altro lato è stata adattata alla navigazione coll’aggiunta di vari nomi che compariscono nel testo, come le isole di Icaria, Bres, Brons, Irans, Iscant, ecc.: le isole Faröer
- ↑ Markham, Les abords de la ragion inconnue, pag. 112.