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della loro industria commerciale. I Pisani, i Genovesi, i Fiorentini, i Veneziani, si stabilirono in Costantinopoli e ne’ suoi dintorni; e di là, per il Mar Nero, giunsero al Don e ai piedi delle montagne Caucasiche. La Tana, corrispondente alla moderna Azov, divenne l’Alessandria del Nord, il grande emporio del commercio tra l’Europa e i paesi dell’Oriente, il luogo di partenza delle carovane dirette alla Cina passando per Astracan, i paesi al nord del Caspio e del lago di Aral e gli altipiani della Mongolia. Di questo itinerario ci informa minutamente il fiorentino Balducci Pegolotti (v. il N. 46).

Veramente e propriamente genovese fu la colonia che ebbe i suoi primordi nel sobborgo di Galata o Pera diviso da Costantinopoli, propriamente detta, pel Como d’Oro, ed alla quale, col volgere del tempo non mancarono cerchia murali, e torri e fossi, chiese insigni, palazzi e monumenti1 . E importantissime furono pure le colonie di Caffa nel luogo dell’antica Teodosia, fondata nel 1269; di Soldaia, ora Sudak (anno 1265), di Copa o Locopa (ora Kops) sul ramo settentrionale del fiume Cuban; di Matrega che il Rubruk chiama Matriga e considera come la più attiva piazza commerciale del bacino inferiore del Don; di Savastopoli fondata nel 1350 (circa) nel sito dell’antica Dioscuria tanto celebrata da Strabone2. Perciò la memoria dei Genovesi dura anche oggidì molto viva in quelle contrade; e la tradizione attribuisce loro un grande influsso persino sulla diffusione della fede cristiana3.

Ma intanto i Veneziani, che la gelosia commerciale di Genova aveva allontanati dalle spiaggie del Mar Nero e dalla Palude Meotide, cercavano di rendersi padroni di un’altra via marittima, che li mettesse nella condizione di radunare nelle

  1. V. Belgrano, nel suo dotto libro Manuale di storia delle colonie, che additiamo ai giovani studiosi come un eccellente modello di ordine e di sapiente erudizione.
  2. Geogr., lib. XI, cap. II, 16. V. Hugues, Manuali di geografia antica, vol. III, pag. 59.
  3. Belgrano, op. cit., pag. 95.