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alberi che trasudano una sostanza avente sapore affine a quello del miele, ed altri che producono farina da far pane e lasagne. Vi crescono ad altezza smisurata canne (bambù) buone a far travi per le case e per la costruzione delle barche.
Assai distante da Giava è il regno di Campa (Ciamba di Marco Polo), che Odorico descrive come un’isola. Il re di questo paese possiede 14.000 elefanti, custoditi e governati da contadini, come fra noi i buoi. Nel mare adiacente tanta è l’abbondanza dei pesci che per qualche tratto dal lido spesso non si vede che una compatta superficie di squame. I pesci vengono spontaneamente alla spiaggia, e per tre giorni si lasciano pigliare senza difficoltà. Partito questo banco di pesci, ne viene un altro e fa lo stesso. Gli abitanti affermano che è l’omaggio reso dai pesci all’imperatore.
Nell’isola Nicumeran (?) vivono uomini cinocefali, i quali adorano il bue come loro dio principale. Il re dell’isola Dondin (?) è tanto potente, che ben 54 altri re gli sono soggetti. Di questo regno dice Odorico: «Multae aliae novitates hic habentur quae non scribo, nam nisi homo eas videret, eas credere non posset, cum in toto non sint mundo tot et tanta mirabilia quae sunt in isto regno» (Cap. 27).
Dopo pochi giorni di viaggio, a partire da Dondin, Odorico giunse al Mansi o Cina meridionale, immenso regno che contiene più di 2000 città. Quelle da lui toccate furono Cecescala o Cecescalon, identificata da alcuni con Canton, da altri, forse con maggior ragione, col porto di Tschao-tscheu-fu quasi sotto il tropico del Cancro; — Zayton grande il doppio di Bologna e piena di idoli e di monasteri; — il porto di Fuso, corrispondente alla Fu-ceu dei Cinesi; — la famosa Campsay o Quinsay della quale Odorico dice che contava più di 850 mila case; — Chilemfo, probabilmente identica con Kiang-ning-fu o Nan-King. Quivi il Frate attraversò il fiume Jangtse e giunse a Jamzai (Yang-ceu-fu), ove i Padri Francescani avevano una missione. Per via d’acqua, cioè navigando il Karamuren (Hoang-ho) ed il Canale Imperiale, Odorico giunse finalmente a Cambalech (Peking), ove soggiornò tre anni di seguito, durante