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navigabili, che lo fanno esser così grosso. E sopra quello infinite città, e castella, e vi sono oltre dugento città, e provincie sedici, che partecipano sopra di quello, per il quale corrono tante mercanzie d’ogni sorta, che è quasi incredibile a chi non l’avesse vedute. Ma avendo sì lungo corso, dove riceve (come abbiamo detto) tanti numerosi fiumi navigabili, non è meraviglia, se la mercanzia, che per quello corre da ogni banda di tante città, è innumerabile e di gran ricchezza».
Più che in qualsiasi altro luogo del Libro, l’ammirazione e lo stupore di Marco si manifestano nella descrizione di Quinsay, che egli chiama «la nobilissima città, senza fallo la più nobile e la migliore che sia al mondo», ed anzi i particolari che ce ne fornisce sono tali, che possiamo spiegarci facilmente lo scherno con cui i suoi racconti furono accolti in Europa. «Questa città, egli dice, ha per comune opinione cento miglia di circuito, perchè le strade ed i canali sono molto larghi ed ampli. Poi vi sono piazze dove fanno mercato, che per la grandissima moltitudine che vi concorre è necessario che siano grandissime e amplissime... E le strade e canali sono larghi, e grandi, che comodamente vi possono passar barche e carri a portar le cose necessarie agli abitanti, ed è fama che vi siano dodicimila ponti fra grandi e piccoli. Ma quelli che sono fatti sopra i canali maestri e le strade principali sono stati voltati tanto alti e con tanto magistero, che una nave vi può passare sotto senz’albero, e nondimeno vi passano sopra carrette e cavalli, talmente sono accomodate piane le strade con l’altezza, e se non vi fossero in tanto numero, non si potria andare da un luogo all’altro. Ciascuno dei dodicimila ponti è guardato da dieci uomini di dì e di notte... Vi si contano ben tremila bagni che sono i più belli del mondo, e i più grandi, essendo capaci ciascuno di cento persone... Ivi sono dieci piazze principali che sono quadre, cioè mezzo miglio per lato. E dalla parte davanti di quelle v’è una strada principale, larga quaranta passi, che corre dritta da un capo all’altro della città; e ogni quattro miglia si trova una di queste piazze che hanno di circuito (come è detto) due miglia. Vi è similmente un ca-