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gazzella, cioè della grandezza d’una capra. Ma la sua forma è tale. Ha i peli a similitudine di cervo molto grossi: li piedi, e la coda a modo di gazzella, non ha corna come la gazzella».

Ad oriente della città di Kuku-Khoto e presso l’orlo della terrazza d’onde si dominano le valli della Mongolia interna, alcune rovine considerevoli segnano i luoghi di Khara-Khoto (Città nera) e di Tsagan-Khoto (Città bianca), la seconda delle quali è la Cianganor di Marco Polo. E in mezzo a solitudini, a 40 chilometri a nord di Dalan-nor, città molto commerciante e industriosa, trovasi Ciang-tu (Corte suprema), la quale succedette, come residenza dei Can, alla Città bianca ed a Caracorum, e dove Kublai eresse il palazzo di marmo ed il palazzo di bambù cosi bene descritti da Marco Polo, che dà a quel luogo il nome di Xandù. Uno spazio chiuso da baluardi erbosi ed abbracciante una superficie di dodici chilometri almeno, a nord e ad ovest di Ciang-tu, è probabilmente il parco meraviglioso di cui parla il Polo; ma non vi si vedono più le fontane ed i fiumi artificiali, i prati e le foreste di cui parla l’illustre veneziano1.

34. Cina propria. — In questa immensa regione dell’Asia Orientale Marco Polo distingue due parti, il Cataio cioè e la provincia di Mangi, la prima delle quali a settentrione, la seconda a mezzogiorno dell’Hoang-ho o Fiume Giallo. Dell’una e dell’altra egli descrive con colori vivaci le ricchezze naturali, i poderosi fiumi, le smisurate città, i prodotti industriali, la densa popolazione, le grandi flotte che ne percorrevano i mari e le acque interne, le opere pubbliche destinate a mettere tra loro in comunicazione le arterie fluviali che formano uno dei principali caratteri della geografia cinese. Nel capitolo dedicato alla provincia di Setsciuen, che Marco chiama Sindafa (Sindinfu nel testo Ramusiano), ed ha per capoluogo Tscingtu-fu (Sardafu o Sindinfu del Polo), si legge che «per questa città scorrono molti grandi fiumi, che discendono dai monti dì lontano, e corrono per la città intorno, e per mezzo in molte parti.

  1. Cap. XXXVI del Testo Ramusianno.