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basciate: e sappiate che stette col Gran Cane bene 17 anni. E in tutto questo tempo non finì d’andare in ambasciate per lo Gran Cane, poichè recò sì bene la prima ambasciata»1. Marco fu adunque impiegato sovente tanto in lontane missioni quanto nella civile amministrazione, ma poco di certo ci pervenne intorno a questi suoi uffici. Tra le altre cose sappiamo che egli tenne per tre anni il governo della città di Yang-ceu, nella provincia di Kiang-Niang (Cina meridionale); che fu per un anno a Sa-ceu nel Tangut con suo zio Matteo; quindi a Karakorum, l’antica capitale dei signori della Mongolia; nel paese di Ciamba (Cocincina meridionale); in fine, forse durante questa ultima spedizione, in una missione nei mari indiani, ove pare che egli visitasse molti Stati meridionali dell’India.

31. Ritorno in Europa. — Dopo diciassette anni di soggiorno nei dominî del Gran Khan, godendone nel più alto grado la confidenza ed il favore, i tre Veneziani cominciarono a sentire il naturale desiderio di tornare al loro paese. Ma ad ogni loro richiesta il vecchio Imperatore rispondeva con un rifiuto, e probabilmente noi avremmo perduto il nostro Erodoto medioevale, se una felice combinazione non fosse sopraggiunta a trarli dalla loro spiacevole situazione.

Arghun Khan di Persia, nipote di Kublai, aveva perduta nel 1286 la moglie Katun Bulughan, e, per soddisfare all’ultimo di lei desiderio, che egli non avesse a torre per moglie altra donna che non fosse del suo stesso lignaggio, aveva spedito a Kublai tre ambasciatori coll’incarico di chiedere in matrimonio una principessa del sangue reale. Accolse il Gran Khan la richiesta, ed una giovine principessa venne scelta tra le sue pronipoti2 ed accettata dagli ambasciatori in nome del loro signore.

La via di terra da Peking alla Persia era non solo troppo lunga per la giovine viaggiatrice, ma anche molto pericolosa a cagione dell’inquieto stato dei paesi che si dovevano attra-


  1. I viaggi di Marco Polo, cap. XI, del testo Magliabechiano.
  2. La principessa Kukachin, di 17 anni, che nel testo francese del libro di Marco Polo (cap. 18) è detta molto bella e avvenente.