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Di tutti que’ soggetti che ai tempi di Plinio imbrattavano di colori lastre, e pezzetti di marmo, o pareti non eravene alcuno il quale avuto avesse il coraggio, e la capacità di fare alcuni somiglianti ritratti di persone ragguardevoli.1 Perciò quando nelle case dei Grandi conservar volevasi la memoria di qualche loro defonto, allora invece della sua effigie si erigevano, o appendevano scudi di bronzo, o statue d’argento l’una all’altra così conformi come appunto lo sono gli argentei simulacri degli Apostoli, e dei Santi che si trovano nelle antiche chiese Cattoliche, e lasciavansi quinci da molti al dire di Plinio non le immagini’ de’ proprj congiunti, ma quelle bensì del proprio danaro, cosicchè venivano esse poi molte volte liquefatte, e distrutte dai lor più prossimi eredi. Plinio veramente non disapprovava del tutto il lavoro di coloro che al suo tempo dipingevano pareti, e muri, ma egli conosceva bene che essi non meritavano il nome

    gnata posferts tradere: nunc vero in totum marmoribus pulsa jam quidem et auro. e al c. 2. ei dice: et ita profecto est, artes desidia perdidit.

  1. Lib. 35. c. 2. Imaginum quidem pictura quam maxime similes in aevum propagabantur figuræ: quod in totum exolevit.