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state, o del tutto sottomesse da Cesare e da Augusto. Nell’età di Giovenale, e di Quintiliano1 nelle primarie famiglie di Roma, e persino dalle stesse lor donne parlavasi più io Greco che in Latino, e ì figli dei Grandi di quella Metropoli imparavano il Greco idioma prima ancora della lor madre lingua. Fuori d’Italia gli abitanti della Spagna adottarono i primi i Romani costumi, ed il Romano linguaggio. Già da Sertorio1 eransi fatti educare i figli de’ più illustri Spagnuoli sul gusto Romano2, e ai tempi di Strabone2 i popoli soprattutto della Spagna meridionale avevano così bene imitati i Romani che non si ricordavano più della propria lor lingua, e sembravano persino, come dice lo stesso scrittore, divenuti quasi Romani3. Con non minore sollecitudine i valorosi abitatori dell’Illiria, e della Pannonia si appropriarono la lingua, la tattica militare, e le altre arti, e scienze Romane4. I Galli superarono ancora gli

  1. Quint. I. c. 2 . juven. Sat. VI.
  2. Plutarch. III. 533. p.
  3. III. 214. 225.
  4. In omnibus autem Pannoniis non disciplinae tantummodo, sed linguae quoque notitia Romanae: plerisque etiam literarum usus, et familiaris animonim erat