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della lunga durata dei combattimenti de’ Gladiatori, e de’ feroci animali. Questa durezza, e crudeltà andarono del continuo crescendo colla voluttà, colla mollezza, e, colla viltà dei Nobili, e dei Plebei, e non poterono essere superate che dall’autorità della Cristiana religione, la quale anche a motivo dell’estinzione dei suddetti gladiatorj combattimenti è stata una celeste benefattrice degli uomini1.
Quand’anche non si conoscano i costumi dell’immensa Roma che dalle sole imperfette descrizioni che ne ho abbozzate; allorché soprattutto si sa che prendevansi a giuoco il sangue, e la vita degli uomini2, e che le ferite, la morte, e gli strazj dei medesimi erano dai Romani considerati come i loro più cari spettacoli, non debbe recar più meraviglia che i moralisti, e i satirici di quei tempi si lagnino; che i Grandi, e i Plebei deposto avessero ogni sentimento d’umanità, obbliata tutta, la differenza, che passa tra il giusto, e l’ingiusto, e commessi senza riflessione i maggiori misfatti ogni qual-