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popolo Romano quando è satollo.1. L’altra lettera fu da lui scritta all’istesso Popol Romano. Nella medesima avvisa egli il suo caro popolo di aver fatto percuoter Firmo pel motivo che costui erasi preso l’ardire di trattenere il convoglio dei viveri, che venivano dall’Egitto, e che per conseguenza niuno concepir dovesse più alcun timore di carestia. Divertitevi dunque, ei prosegue, o rispettabili Romani, ai vostri spettacoli Teatrali, e segnatamente alle vostre corse. Noi provveder vogliamo ai vostri bisogni nel mentre che voi di nulla altro vi occupate che dei vostri sollazzi2 — Già prima di Aureliano non solo distribuivansi alla Romana Plebe biade, e pane, ma eziandio olio, e carne di majale. Egli voleva passarle anche il vino, ma il Comandante delle sue Guardie del Corpo lo distolse da tal idea facendogli giustamente osservare, che se da lui si fosse di più dato il vino alla Plebe di Roma la medesima avrebbe ancora desiderato in breve Oche, e Pollastri.3.

Volendo conoscere tutto l’abominevole carattere

  1. Neque enim populo Romano saturo quidcquam potest esse laetius.
  2. Vacate ludis, vacate Circensibus. Nos publicae necessitates teneant: vos occupent voluptates. Quare sanctissimi Quirites, etc.
  3. C. 48. Vopisc. in vita Aurel.