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tutti questi artisti1; e perchè in fine ei si faceva conoscere verso i Romani più generoso, e ospitale di quello che stati lo fossero i precedenti Cesari. Egli non solo distribuiva le consuete biade, ma eziandio pane, e carne, e secondo un’antico costume invitò tutto il popolo Romano ad un generale convito. Di più dava quasi continui spettacoli, e tra questi talvolta anche dei notturni per i quali tutta la città veniva illuminata. Esso istituì pure le famose disfide fra’ Greci, e Romani oratori2, e le sue corse de’ cocchi duravano spesse volte interi giorni senz’essere interrotte che3 dalla caccia di Pantere, e di altri feroci animali dell’Africa. Per ultimo non solo ei richiamò tutte le arti, e i virtuosi del Teatro, ma al pari dei trionfanti cavalli della fazione Prasina gli amò, accarezzò, ed arrichì di doni assai più che gli stessi Generali, ministri, e Guerrieri del maggior merito4. Caligola pertanto corruppe, e rovinò la plebe Romana più di quello che Cesare, Augusto, e Tiberio avevano potuto correggerla, ed ogni cattivo esempio di profusione, e di condiscendenza usa-

  1. C. 18. 54. 55. ib.
  2. C. 20.
  3. C. 18.
  4. C. 54. 55.