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sa su tutta la Terra sottoposta al Romano Impero n’avrebbe al certo coll’unità, e santità dei suoi principi, e delle sue massime trattenuta ancora per molto tempo, e forse impedita affallo la total rovina. (11) Antichissimo era il culto della Dea Siria, detta comunemente Astarte, pretendendosi che lo stesso Salomone l’introducesse nel suo Regno. Cicerone nel Libro 3. De natura Deorum dice, che i Teologi Fenicj asserivano esser questa Dea la Venere Siria oriunda di Tiro, sposa di Adone, e diversa da quella di Cipro. Luciano al contrario nel suo eccellente Trattato sulla Dea Siria crede, che la medesima sia la Luna, la quale nelle varie parti dell’Oriente veniva adorata sotto diversi nomi; ed aspetti. Non mi è precisamente noto quando venisse introdotto in Roma il culto di tale Divinità; ma sembrami indubitato che ciò possa essere accaduto poco dopo le prime vittorie, che i Romani riportaron nell’Asia, avendo essi per costume di adottare tutte le Religioni de’ Popoli da lor soggiogati.

Iside, ed Osiride ebbero fin da tempi remotissimi il loro culto separato, benchè fossero stati insieme germani, e sposi; ma quello della prima di tali Divinità si rese oltremodo insigne, ed esteso. Apulejo nel Libro II. delle sue Meta-