Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/172

168
contrario fioriva come Apelle verso la 112. Olimpiade al tempo di Alessandro Magno, il quale non volle esser rappresentato che da questi due ultimi valenti Artisti.

(5) La celebre statua di Giano, della quale Plinio fa qui menzione, e che si vedeva nel Tempio di Augusto, era stata per ordine di questo Principe trasportata dall’Egitto in Roma. Non si sa peraltro chi ne fosse l’autore, mentre alcuni la volevano di Scopa, altri di Prassitele, vissuti entrambi poco prima di Alessandro Magno, e le cui due singolari statue di Venere hanno forse dato motivo a Cleomene di formarne una copia, che ora trovasi nell’Imperiale e Reale Galleria di Firenze. Rapporto a questa, e all’antecedente mia Nota si consulti l’Enciclopedia all’articolo «Scultura.

(6) L’uso di computare il corso del tempo colle Olimpiadi, ha, come quasi tutti sanno, avuto origine fra i Greci dall’istituzione dei Giuochi Olimpici. Lo spazio, che ognuna delle medesime comprende è di quattro anni, e non di cinque, conforme si è preteso da alcuni, mentre Ovidio ha solo detto per ischerzo quinquennis Olympias, volendo egli con ciò indicare un Lustro. La prima Olimpiade incominciò 776. anni avanti la Nascita di Gesù Cristo, ossia 24.