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Fra i Romani Scrittori dei due primi secoli si segnalò in particolar modo Quintiliano a motivo dell’eccellenza de’ suoi precetti, della giustezza de’ suoi giudizj per rispetto agli Oratori, ai Poeti, ed agli Storici dei passati, e degli attuali suoi tempi, non che pel suo puro, e terso stile formato secondo quello dei migliori modelli. Se egli si accostò qualche volta alla falsa maniera di scrivere tanto della propria, quanto della precedente sua età ciò accadde soprattutto nell’aver fatto tropp’uso di brevi massime, e sentenze, che rapidamente si succedono l’una all’altra, come per esempio si osserva nel secondo capitolo del primo libro ove da lui si descrivono i costumi, e l’educazione della Gioventù del suo tempo. Le nuove parole, che in Quintiliano s’incontrano non gli possono essere attribuite a difetto, ne sottoporlo ad alcun rimprovero giacchè uno Scrittore il quale conosca così bene com’egli la propria lingua ha un diritto incontrastabile di crear nuovi termini1. Il più degno scuolaro di

    gusto dei Romani così di leggieri, e male a proposito usate, come i termini horrible, execrable, e simili erano varj anni sono in voga tra i nostri vicini di là dal Reno.

  1. Fra i nuovi vocaboli introdotti da Quintiliano hanno luogo soprattutto i seguenti: praecepta perpetualia, come sinonimo di universalia, II. 13. juridicialis, inficialis, e