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vassero uniformi, ed irreprensibili a cagione di questa uniformità nelle loro testimonianze, dovrebbesi quasi credere che quanto i medesimi raccontano per rispetto ai proprj contemporanei fosse una totale invenzione, od una goffa, e ridicola esagerazione. Gli oratori, che ne vennero in seguito riputavano che fosse del tutto inutile d’acquistarsi un’esatta cognizione della lingua, della storia, delle leggi, del Governo, e dell’attuale situazione dello Stato; e perciò passando sopra con differenza, o disprezzo a tutte queste dottrine, correvano in vece nelle scuole dei Retori, i quali erano comunemente altrettanto ignoranti che avari, e adulavano la pigrizia, e la vanità dei Giovani ad oggetto di sempre più conciliarsi la loro benevolenza ed il lor concorso.1. Ivi declamavano essi per qualche tempo senz’avere altri uditori che i loro ignoranti condiscepoli; e per quanto tali oratorj esercizj fossero inconcludenti, e meschini, tuttavia coloro, che li praticavano erano del continuo sicuri del più generale e sonoro applauso per parte dei loro compagni, giacchè questi speravano di ottenerne in simili casi un’egual connivenza2. Quando siffatti Giovani si erano alquanto esercitati nelle scuole dei Retori, allora si inoltravano essi colla

  1. c. 29, 32. Dial. de Oratoribus:
  2. II. 2. Quint.