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rispetto a Galba1. Il medesimo Vespasiano allorchè fu Imperatore tenne del continuo presso di se l’astrologo Seleuco in qualità di uno de’ suoi più intimi consiglieri ed amici. Io ho già fatto altrove menzione dell’illimitata confidenza, che i successori di Vespasiano riponevano nell’astrologia, ed in tutte l’arti magiche2, onde altro quì non aggiungo, se non che nel secondo secolo ai tempi di Plinio, e di Luciano, tutte le sette dei filosofi3, e con questi i medici sedur lasciaronsi dalle stravaganze degli indovini, e degli astrologhi4; che similmente nel principio del terzo secolo la filosofia degenerò in un ammasso di arti magiche, ed astrologiche5; e che tutti gli Imperatori, ed i Grandi, porgevano del continuo maggior fede agli stranieri astrologhi, ed incantatori, vale a dire Egizj, Caldei, Siriaci, Arabi, ed Iperborei di quello che ai proprj Auguri per la ragione medesima che i caratteri, e i termini barbari, o non Greci

  1. Ib. II, 78.
  2. Storia della maniera di pensare dei due primi secoli. 37. e seguenti
  3. Eccettuati gli Epicurei
  4. Plin. 30. c. 1. 2. Lucian. in Philops. III. 36. — 54.
  5. Ai tempi di Luciano cotesti maliardi usavano già per le loro stregonerie, e magiche operazioni le parole Τελεσιουργεῖν, e Τελεσιουργίαι. III. 42. p.