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gliar potevasi che alla cieca, ed assoluta fiducia, con cui egli si abbandonava ai suoi favoriti. Stranieri Castrati, e Liberti dirigevano Lui, e lo Stato Romano con pari assoluta sovranità, e tatti rubavano, ed uccidevano senza che egli informato ne fosse, o l’osservasse da se medesimo, poichè anche quando prendevansi essi la pena di renderlo inteso de’ lor progetti1, lo facevano sempre con tal arte, e accortezza, che egli veder doveva le persone e le cose in un aspetto del tutto falso. Tra tutte le debolezze di Claudio non ve ne fu alcuna, di cui non si facesse abuso onde formare l’altrui rovina, e che piu della sua crudeltà, e timidezza venisse così di frequente presa di mira, e sedotta. Egli era così stolido, e dappoco che approvò persino, o pose in oblìo la morte di varj Consolari, e quella ancora della propria moglie, benché non fosse stata da lui prescritta2. Sembrami pertanto che dall’esempio di costui debbasi quasi dedurre la conseguenza che tutti gli insensati, e gli stolidi non sieno unicamente privi di compassione, ma benanche fieri, e crudeli, e provino un interno trasporto nell’osservare i tormenti, e le ambascie degli altri uomini. Claudio molte volte non poteva aver la pazienza di aspettare le non comuni specie di torture, e di morte; e sotto il suo governo venne giustiziato un maggior nu-

  1. Svet. c. 28, 29, 37.
  2. Ibid. II, CC.