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prossimi congiunti è molto mirabile che Claudio coltivar potesse il suo spirito nel modo appunto, ch’ei fece. Egli superò Caligola, e la maggior parte degli Imperatori, che gli successero, nella dottrina, e nell’eloquenza, ed uguagliò del tutto, o quasi del tutto lo stesso suo antecessore in ingeguo malaugurato, e infelice. Il suo corpo, e il suo spirito avevano similmente fino dal loro primo sviluppo contratti per lo meno i medesimi difetti, e pregindizj di quei di Caligola, ad eccezione che la stravaganza di quest’ultimo s’accostava piuttosto ad un barbaro furore. Claudio al contrario era più ridicolo, e tale si fè conoscere durante tutto il corso della sua vita per la ributtante deformità del suo corpo, per una del continuo vacillante incostanza di discorsi, e di fatti contradittorj per un’imbecille dimenticanza, e spensieratezza, per la più vergognosa timidità, e soggezione, e in fine per una non interrotta abitudine di dire, e di fare cose puerili, fredde, ed improprie1.

  1. Svet. cap. 15, 16, 29, 30, 35, 39, 40. Tacit. Annal. XI. 38. La sua timidezza, e condiscendenza, e se posso così esprimermi, la sua credulità non tralucono così bene da alcun’altra circostanza della sua vita, come da quella, in cui egli si lasciò indurre a sottoscrivere il contratto di matrimonio fra la sua sposa Messalina, e il bel Silio, affinchè certi funesti presagi, con cui era stato atterrito, passar potessero dal suo capo sopra quello di Silio. — La sua spensieratezza poi si rileva soprat-