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questa catastrofe Egli aveva ordinato ad alcuni marinaj, e soldati di respingere con aste, e remi lungi dal lido, e nuovamente gettar in mare tutti quelli, che salvati si fossero in qualsivoglia altro modo fuori che a nuoto. Ei condannava i più ragguardevoli personaggi alle più ignominiose, ed orribili pene, e specie di morte, e vale a dire, alla costruzion delle strade, ai lavori delle miniere, al bollo ed alla fustigazione, non meno che ad esser segati pel mezzo, ed a vivere in certe gabbie ove come bestie dovevano star carponi. Un sopraintendente ai pubblici spettacoli fu per più giorni di seguito battuto in sua presenza con catene di ferro, nè prima da Lui fatto porre a morte se non quando incominciò ad offenderlo il fetore, dell’imputridito suo capo1. Inoltre avendo un giorno indotte certe persone ad uccidere con stili, e poscia fàr in pezzi un Senatore all’ingresso del Palazzo, ove il Consiglio teneva le proprie adunanze non rimase contento di un tal fatto fintantochè non gli furono presentati tutti gli avanzi dello straziato corpo di quell’infelice2 Egli faceva bene spesso nei più allegri banchetti, per suo proprio divertimento, dar fa tortura, o la morte ad alcuni carcerati da gente

    del suddetto ponte L. 59, c. 18, 19, p. 921. Edit. Reim.

  1. ib. 27.
  2. ib. c. 28.