Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/83


79

tosto a passeggiarvi sopra a piedi scalzi, e ad introdurvi le mani, nè davasi pace se non dopo essersi spogliato e rivolto tutto nudo su quei tesori1.

Caligola teneva eziandio rispetto alle persone dei Romani un contegno anche più violento, arbitrario di quello, che praticava con il loro decoro, e colle loro sostanze; ed essi lasciavansi quasi toglier la vita prima delle lor case, ville, e magnificenze. Siccome Tiberio fra tutte le sue pretese virtù niuna tanto n’amava quanto la dissimulazione, così Caligola ammirava soprattutto in se medesimo quella rara imperturbabilità di spirito, per cui punto non commovevasi alla vista dei più orribili tormenti, e supplizj2. Egli si compiaceva oltremodo di ridurre avanti ad uno specchio il suo volto più deforme ancora di quel che fosse naturalmente3; ed il segno più certo, onde veniva da costui riconosciuta per sua la Figlia partoritagli da Cesonia, era quello della di lei rusticità, e fierezza, essendo essa, benché lattante, così stizzosa, e insolente che sempre avventavasi colle dita, e colle mani al

  1. Svet. c. 42.
  2. ibid. c. 29. „ Immanissima facta augebat atrocitate verborum. Nihil magis in natura sua laudare se atque probare dicebat, quam, ut ipsius verbo utar, ἀδιατρεψίαν
  3. Svet. c. 50.