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passare in ricchezza. Avendo egli un giorno condannato a morte, e alla perdita dei loro beni quaranta accasati si vantò con Cesonia sua Sposa, nell’atto che questa svegliavasi dal suo sonno di mezzo-giorno, di quanto aveva mandato ad effetto durante il breve di lei riposo. In altra circostanza essendosi egli all’improvviso assentato dal giuoco, in cui con menzogne, e spergiuri ingannava, e rubava nel modo il più vergognoso, ed infame, fu ben presto di ritorno con alti gridi di gioja esclamando che non aveva mai giuocato così bene come in quel punto. Questo bel giuoco altro non era stato se non che nel discender ch’ei fece nella corte del suo Palazzo incontrato avendo due ricchi Cavalieri Romani ordinò che sul momento arrestati fossero, e spogliati dei loro effetti1.

Questo Tiranno soltanto ingegnoso nel derubare, tormentare, e schernire i suoi sudditi non si contentava di togliere apertamente a persone innocenti vita, e sostanze, ma servivasi altresì dell’ingiusta sua preda ad oggetto d’immerger altri in una simil disgrazia: imperocchè nel

  1. Ib. c. 41. Avendo egli un giorno, allorché giuocava, inteso d’esser rimasto senza danaro fece immantinente porre a morte alcuni de’ più ricchi Galli, e confiscare i loro averi, e poscia deridendo i suoi compagni di giuoco disse ai medesimi, che essi giuocato avevano per acquistar pochi denari5 nel mentre che se n’erano da lui guadagnate molte migliaja . Dione Lib. 59. c. 22. p. 926.