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Egli frustava di propria mano varj insigni membri di Magistrato, e costringeva alcuni illustri soggetti, che coperte avevano le prime cariche, a correre per qualche migliajo di passi accanto al suo cocchio, o come schiavi a servirlo a tavola1. Talvolta faceva pure verso la mezza notte svegliare, e condurre al suo palazzo di versi Consolari, e dopo avergli ivi per lungo tempo obbligati ad attenderlo col maggior timore di qualche imminente fatal disgrazia, ad un tratto usciva fuori in mezzo alla più sonora musica cantando, o rappresentando con gesti, e salti qualche squarcio di una Commedia a lui prediletta, e poscia spariva colla medesima celerità, con cui era comparso2. Quei Consolari, che ciò sopportavano, dovevano altresì contentarsi di essere invitati a pranzo a nome di un cavallo, e che questo cavallo fosse lor destinato per ajuto, e compagno nell’impiego che essi occupavano3.

Caligola andava talmente persuaso di essere il legittimo Padrone di tutte le sostanze dei Romani che non si vergognò di manifestare eziandio questa sua opinione ai proprj Comandanti, ed Incaricati d’affari4. Dopo che egli in meno

  1. Svet. c. 26.
  2. ib. c. 54.
  3. ib. c. 55.
  4. Ibid. c. 47. „ Scripsitet Procuratoribus triumphum appararent quam minima summa; sed quan-