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di annojare il Lettore col racconto di ciò che a loro stessi, ed ai proprj contemporanei era stato cagione di soverchia tristezza1. Tacito giunse a far acquisto di notizie più circostanziate, ed esatte di quelle già raccolte da’ suoi antecessori, e le narrò altresì con maggior precisione, ed accuratezza, essendo egli di parere che tramandar debbasi ai posteri la memoria delle geste, e della morte degli Uomini illustri siccome i loro cadaveri onorati vengono di magnifica, e particolar sepoltura2. Nel tempo stesso però egli si lagna in più luoghi della fastidiosa uniformità de’ suoi racconti, e dell’ingrata, e lagrimevol materia, di cui intraprese a tesser l’Istoria3. Quand’anche, dice quest’Istorico, io raccontassi straniere guerre, e la gloriosa morte di alcuni Cittadini incontrata per la patria, con una tale uguaglianza di avvenimenti, e di fatti, quale or si trova ne’ miei Annali, tuttavolta mi avrebbe già da lungo assalito la noia, e molto più dovrei aspettarmi che i miei Lettori disprezzar potessero gli ultimi benché lodevoli pur sempre tristi, e troppo consimili destini dei guerrieri. Quanto più non debbo io dunque temerlo al presente che la servile pazienza dei viventi, e dei moribondi, e tanto sangue sparso, e perduto in tempo di pace.

  1. Annal. VI 7.
  2. ib. XVI 16.
  3. ib. IV 33 XVI 16.