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que, come pur troppo succede spesse volte, un tristo circolo di vizj e di delitti, rispetto ai quali poteva dirsi con sicurezza che gli uni traevan origine dagli altri, e che a vicenda agivano e reagivano tra loro stessi; ma è però incerto quali ne fossero o divenissero le prime o piuttosto le più efficaci cause motrici. I delatori non si restrinsero più alla sola città di Roma e all’Italia, ma inondarono altresì la Spagna la Grecia, ed altre provincie, accusando sempre i facoltosi, i quali altro delitto non avevano che quello delle loro ricchezze1. In Roma fino alla morte di Sejano i soli uomini, e soprattutto i più riguardevoli eransi trovati esposti alle accuse di lesa Maestà, ma in appresso anche le primarie Matrone involte rimasero nello stesso pericolo. Siccome però non potevano esse incontrar la traccia di essersi maneggiate per inalzarsi alla suprema dignità dello Stato, così imputavansi loro a delitto le proprie lagrime, conforme accadde a Vizia Dama Romana, la quale uccisa venne per aver pianto la morte di suo figlio2. I pretesti con cui accusavansi tali persone divennero, come il testè riferito esempio dimostra, sempre più e per tal modo insulsi, che se gli accusati non fossero stati posti a morte, riputar potevansi come semplici farse le accuse, e quai buffoni i Gindici che le ammet-

  1. Annal. VI. 18. 19. Svet. c. 49
  2. Ib. VI. 10.